Il dipinto del 1483 – Il Cristo Morto di Andrea Mantegna e la sua duplice natura
Il Cristo Morto di Andrea Mantegna è indubbiamente una delle opere d’arte più celebri del Rinascimento italiano. Questo dipinto è noto per la sua prospettiva audace e innovativa, che crea un impatto emotivo straordinario nel suo spettatore

Il Cristo Morto di Andrea Mantegna è indubbiamente una delle opere d’arte più celebri del Rinascimento italiano. Si tratta di una tempera su tela (68×81 cm), databile con incertezza tra il 1470-1474 ca. o al 1483 ca. e conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano. Questo dipinto è noto per la sua prospettiva audace e innovativa, che crea un impatto emotivo straordinario nel suo spettatore. La composizione si concentra sulla figura distesa del Cristo morto, situata sulla pietra dell’unzione e coperta da un sudario. L’uso della tela come supporto rappresenta un’innovazione per l’epoca.
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La prospettiva del Cristo
Un aspetto notevole dell’opera è l’uso potente e invasivo della prospettiva. La figura del Cristo sembra “seguire” lo spettatore che si muove di fronte al dipinto, grazie all’effetto di scorcio prospettico adottato dall’artista. Questa tecnica guida lo sguardo verso il centro del dramma e aumenta il coinvolgimento emotivo dello spettatore. Tuttavia, Mantegna non segue perfettamente le regole della prospettiva, creando alcune distorsioni anatomiche che potrebbero sembrare “grottesche” se osservate con rigore.
Le tre figure dolenti
A sinistra della composizione, si trovano tre figure dolenti: la Vergine Maria, san Giovanni e probabilmente Maria Maddalena. Il forte contrasto di luce e ombra conferisce un senso profondo di pathos all’intera scena. Le membra irrigidite dal rigor mortis e le ferite del Cristo sono dipinte senza idealismo o retorica, rendendo l’immagine ancora più realistica e toccante.
Il drappo e la posizione
Il drappo che copre parzialmente il corpo del Cristo è dipinto con maestria, conferendo una sensazione di rigidità e mettendo in risalto le forme del corpo. Questa capacità di “scolpire” con la pittura è evidente anche in altre opere di Mantegna, come il Cristo in pietà. Un dettaglio notevole e sorprendente del dipinto è la posizione dei genitali del Cristo, al centro del quadro, il che ha suscitato diverse interpretazioni da parte degli studiosi.
La duplice natura del Cristo
Alcuni studiosi suggeriscono che la scelta della prospettiva “di scorcio”, che sembra separare la testa e il collo dal resto del corpo, possa simboleggiare la dualità delle nature del Cristo, umana e divina, presenti insieme in Gesù Cristo secondo la cristologia diofisista. Ciò potrebbe essere correlato al valore redentivo attribuito dalla fede cristiana al Sabato Santo, al Santo Sepolcro e alle Quarantore, in cui, nel corso di questo periodo temporale, Gesù Cristo sarebbe contemporaneamente morto come uomo e vivo come Dio.
«Bene fece Mantegna a dipingere il Cristo morto inquadrandolo dai piedi. […] Da quella posizione, l’immobilità della morte emana una vibrazione mistica singolare, quella del sabato santo. Gesù non aveva più l’entelechia che animava il suo corpo, eppure tutto il sepolcro era pervaso da un’aura dorata, indubbio segno di gloria. […] Dov’era il suo spirito che gli aveva dato sinora la vita? […] Il Signore era disceso tra i morti per visitare i giusti dell’antico patto.» (Piergiorgio Mariotti)
Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.