Acqua Vergine, alla scoperta dell’antico acquedotto romano voluto da Agrippa
A Roma lungo un percorso sotterraneo di oltre 14mila passi si estende l’acquedotto dell’Acqua Vergine. Voluto da Agrippa, genero dell’imperatore Augusto, che lo inaugurò il 9 giugno del 19 a.C., ancora oggi alimenta quasi tutte le più imponenti fontane del centro di Roma

A Roma lungo un percorso sotterraneo, di oltre 14mila passi, si estende l’acquedotto dell’Acqua Vergine. Voluto da Agrippa, genero dell’imperatore Augusto, che lo inaugurò il 9 giugno del 19 a.C. per alimentare la nuova zona di Campo Marzio, esso ancora oggi alimenta quasi tutte le più imponenti fontane del centro di Roma. Tra queste anche Fontana di Trevi, che ne rappresenta la mostra terminale.
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Il percorso dell’Aqua Virgo
L’Aqua Virgo aveva origine da sorgenti poste nell’Agro Lucullano, presso l’VIII miglio della via Collatina, nell’attuale località di Salone, e terminava in Campo Marzio dopo un percorso prevalentemente sotterraneo di oltre 20 chilometri. Partendo quindi da una zona a sud-est di Roma esso entrava in città da nord, dopo aver effettuato un ampio arco. Seguiva, infatti, la via Collatina fino alla località di Portonaccio, dove attraversava la via Tiburtina.
L’acquedotto oltrepassava su arcate il Fosso della Marranella alla confluenza con l’Aniene. Qui è visibile un ampio tratto in elevato, lungo m 320, realizzato in opera reticolata di tufo. Poi l’Aqua Virgo si dirigeva verso la Nomentana e la Salaria quindi, piegando verso sud, attraversava le zone di Villa Ada e dei Parioli, passando sotto il ninfeo di Villa Giulia, ed entrava in città in prossimità del Muro Torto.
I resti visibili dell’acquedotto dell’Acqua Vergine
Una piscina limaria era posta presso le pendici Pincio, dove il condotto antico è accessibile tramite una scenografica scala a chiocciola costruita nel Rinascimento. A via due Macelli il percorso diveniva a cielo aperto e proseguiva su arcate. Resti imponenti sono visibili all’interno della “Rinascente” a via del Tritone e presso via del Nazareno. Qui si conservano, parzialmente interrate, tre arcate in blocchi bugnati di travertino poste ai lati di un fornice più grande.
Altri due fornici in travertino sono visibili al di sotto di Palazzo Sciarra, presso via del Corso, l’antica via Lata. Superata quindi Piazza S. Ignazio, il condotto giungeva a via del Seminario dove si trovava probabilmente il castellum terminale, posto davanti alla fronte dei Saepta, il grande edificio pubblico situato in prossimità del Pantheon e delle adiacenti Terme di Agrippa.
Per visitarlo, visitare la pagina https://www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/roma_antica/monumenti/acquedotto_vergine
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.