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Piccoli addii, la recensione del libro di Giovanni Mariotti

Last Updated on 16/05/2020

Pubblicato da Adelphi nella collana di ebook Microgrammi, Piccoli addii, di Giovanni Mariotti, è una raccolta di micro-racconti, memorie e frammenti, congedo ad un mondo che non c’è più.

Piccoli addii di Giovanni Mariotti è una raccolta di brevi scritti, micro-racconti, memorie, ritagli di autobiografia e appunti che vanno alla ricerca di un tempo perduto, il tempo di una vita. Eppure questi frammenti, editi da Adelphi, riescono a dare l’impressione di un romanzo collettivo. La raccolta è divisa in due parti; una prima, quella dei Piccoli addii delle cose della vita, si affida alla rievocazione di oggetti quotidiani che fanno scattare il percorso della memoria; s’allargano a raccontare storie di uomini e di donne nella campagna toscana di metà Novecento. Un mondo arcaico eppure familiare, fatto di oggetti e piccoli riti quotidiani. Si tratta di di veri e propri “congedi”, così li definisce l’autore, di un mondo che non c’è più. La seconda parte descrive invece l’uscita da quel mondo contadino e piccolo: come ci suggerisce il titolo “balzachiano” si tratta di Scene di un debutto in società.

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Poetica degli oggetti

Questi oggetti sono “piccoli”, eppure riescono a far trasparire una civiltà intera. Le calze velate, con la riga dietro il polpaccio; linea che chi non poteva permettersi le calze ricreava con un tratto di inchiostro direttamente sulla pelle. Oppure la matassa, quando la lana si comprava grezza dai pastori e si districava in casa, con l’aiuto degli avambracci. O il collo di pelliccia di volpe, con gli occhietti di vetro che rendevano vagamente inquietante quell’oggetto, riservato alle grandi occasioni. O quel salvadanaio, che riporta in mente all’autore il “Valenitino” della poesia di Pascoli. E anzi, Mariotti “corregge” in un certo modo il poeta, con una correzione che a Pascoli sarebbe piaciuta molto, perché rende più precisa l’immagine; perché, scrive Mariotti, il salvadanaio non si svuota, come nella poesia, ma si rompe in mille pezzi. E poi ancora, la carta assorbente e quella moschicida, o il camino che è l’unica fonte di riscaldamento della casa.

Addii ad un mondo antico

E poi i primi riti sociali. Il liceo classico, quello in cui il primo giorno ti facevano il discorso sul privilegio di frequentare una scuola che avrebbe formato la “futura classe dirigente” (me lo ricordo anche io, in tempi assai più recenti). E già allora “qualcuno rideva”, per fortuna, di quella presunzione piccolo borghese. Oppure la visita di leva, il primo momento di uscita dalla bolla del mondo di campagna. Il primo trauma: quella nudità ridicola davanti al medico militare; e quell’errore di grammatica nello scrivere che l’Italia è una “terra di santi, poeti e navigatori”. Dalla campagna toscana, da luoghi carducciani e pascoliani, si arriva in treno fino a Milano, alla ricerca di quell’”imperfetta promozione sociale mia e degli altri immigrati che risalivano l’Italia avendo come destinazione la grande pianura a Nord”

Un breve romanzo, Piccoli addii, fatto di frammenti di una storia d’Italia lontana eppure vicinissima. Quell’Italia in cui il rosario si recita al casino, e il requiem si invoca per i delinquenti; un paese che capisce d’esser diventato ricco quando le sigarette smettono d’esser vendute sciolte. La storia di una nazione figlia ingrata del Risorgimento, di cui rimane la traccia grottesca nel nome di due zitelle che sembrano uscite dalla penna di Landolfi. Simbolo di un mondo antico, ma le cui tracce s’intravedono, per fortuna o purtroppo, ancora oggi. 

Scheda del libro

Titolo: Piccoli addii
Autore: Giovanni Mariotti
Editore: Adelphi
Anno: 2020
Pagine: 82
ISBN:  9788845982729
Prezzo: 1.99 euro (ebook).

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