Colosseo Quadrato, il capolavoro dell’Eur e il riferimento al Duce
Uno dei grandi simboli del quartiere Eur di Roma, simbolo di modernità e manifestazione dell’architettura fascista. Il Palazzo della Civiltà Italiana, anche chiamato della Civiltà del Lavoro, o Colosseo Quadrato, è un edificio monumentale concepito fin dal 1936 e progettato nel 1937

Uno dei grandi simboli del quartiere Eur di Roma, simbolo di modernità e manifestazione dell’architettura fascista. Il Palazzo della Civiltà Italiana, anche chiamato della Civiltà del Lavoro, o Colosseo Quadrato, è un edificio monumentale concepito fin dal 1936 e progettato nel 1937. La sua costruzione iniziò nel luglio 1938 e fu inaugurato, benché incompleto, nel 1940. Un nuovo stop ai lavori avvenne nel 1943 per poi essere ripresi al termine della guerra.
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I numeri del Colosseo Quadrato e il riferimento al Colosseo
E’ stato denominato Colosseo Quadrato perché i suoi ordini d’archi sovrapposti ricordano concettualmente proprio l’Anfiteatro Flavio (Colosseo). Fu costruito su progetto di Guerrini, La Padula e Romano, e si presenta come un parallelepipedo a quattro facce uguali, con struttura in cemento armato e copertura interamente in travertino. Questo presenta 54 archi per facciata (9 in linea e 6 in colonna).
Il riferimento al nome del Duce e l’affitto del gruppo Fendi
In merito al numero di archi che lo compongono, pare che questo fu scelto da Mussolini in persona, in modo che il suo nome e cognome potessero perfettamente esservi contenuti in orizzontale e verticale. Infatti, ripetiamo, gli archi sono 6 per 9, come per l’appunto le lettere che compongono il nome ed il cognome del Duce. L’edificio è dichiarato dal MIBAC edificio di interesse culturale ex d.lgs. 42/2004, ed è quindi vincolato a usi espositivi e museali. Il 18 luglio 2013 un accordo tra l’EUR e il gruppo Fendi concesse a quest’ultimo il Palazzo in affitto per 15 anni fino a tutto il 2028.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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