Nastri d’Argento 2020: Pinocchio e Favolacce i film dell’anno del coronavirus
Last Updated on 07/07/2020
Ai Nastri d’Argento testa a testa tra Pinocchio di Matteo Garrone e Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo. Tra gli altri premiati anche Figli di Giuseppe Bonito e La Dea Fortuna di Ozpetek. I riconoscimenti per Pierfrancesco Favino e Valeria Golino…

Si è svolta, in onore del Maestro Ennio Morricone, la 74esima edizione dei Nastri d’Argento. Miglior film è Favolacce di Damiano e Fabio D’Innocenzo. Il Pinocchio di Matteo Garrone ottiene il premio per la regia insieme a quelli per attore non protagonista, Roberto Benigni, scenografia, ma ontaggio, sonoro e costumi a pari merito con Favolacce. Il film dei D’Innocenzo è stato premiato per film, produttore, sceneggiatura, fotografia e costumi.
Premi anche per Figli di Giuseppe Bonito e La Dea Fortuna di Ozpetek
Il Figli di Giuseppe Bonito si aggiudica i premi per miglior commedia, attore di commedia Valerio Mastandrea e attrice Paola Cortellesi. Sempre con tre premi, La Dea Fortuna di Ozpetek: miglior attrice protagonista Jasmine Trinca, colonna sonora e canzone originale ‘Che vita meravigliosa’ di Diodato. In più il cameo dell’anno a Barbara Alberti.
I premi a Pierfrancesco Favino per Hammamet e a Valeria Golino. Nastro alla Carriera a Toni Servillo
Miglior attore è Pierfrancesco Favino per Hammamet. Premiata anche come miglior attrice non protagonista Valeria Golino per due film, Ritratto di una giovane in fiamme e 5 è il numero perfetto. Miglior regista esordiente è Marco D’Amore per L’Immortale. Il riconoscimento per il miglior soggetto va a Il signor diavolo di Pupi, Antonio, Tommaso Avati. Tra i premi speciali assegnati dal direttivo dei giornalisti cinematografici, Film dell’anno è Volevo nascondermi di Giorgio Diritti che vede premiati anche i produttori Carlo Degli Esposti e Nicola Serra (Palomar) e Paolo Del Brocco (Rai Cinema) e il protagonista Elio Germano, e il Nastro alla Carriera a Toni Servillo.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.