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Il dipinto del 1849: Gli spaccapietre di Gustave Courbet, che andò distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale

Gli spaccapietre (Les Casseurs de pierres) è un dipinto che Gustave Courbet aveva realizzato nel 1849. Era un olio su tela e misurava 159×259 cm. Ma, durante la Seconda Guerra Mondiale, finì distrutto. A caratterizzare quest’opera il suo crudo realismo...

Gli spaccapietre (o Les Casseurs de pierres) è un dipinto che Gustave Courbet aveva realizzato nel 1849. Era un olio su tela e misurava 159×259 cm. Ma, durante la Seconda Guerra Mondiale, finì distrutto. A caratterizzare quest’opera il suo crudo realismo. Il dipinto raffigura sulla sinistra un vecchio operaio che, per ricavare pietrisco, spacca le pietre a colpi di martello. Sulla destra invece un garzone che regge una pesante cesta di ciottoli già lavorati. L’uomo più giovane volta le spalle, mentre il più anziano è genuflesso e si mostra di profilo.

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Analisi dell’opera

E’ una opera che, con minuziose e dettagliate immagini della realtà, testimonia la fedeltà dell’autore ai canoni del Realismo. Lo sfondo propone un aspro paesaggio montano che si estende in modo uniforme, ma interrotto solo, in alto a destra, da uno scorcio del cielo. Nitide in questo scenario si stagliano due figure in una situazione di povertà estrema e non solo materiale anche psicologica. Lo dimostrano per un verso le calze bucate e il panciotto lacerato, come gli zoccoli consunti e le toppe sulle maniche della camicia. Per l’altro verso lo testimonia il volto del vecchio inespressivo e quasi rassegnato, conscio dell’inevitabilità del loro destino. Entrambi, cioè, condannati a spaccare pietre vita natural durante.

Il messaggio di Courbet

Il messaggio che Courbet con tale rappresentazione vuole trasmettere è una denuncia sociale riguardo la fatica del lavoro. Egli ha desiderato, infatti, di introdurre nello scenario artistico francese temi ritenuti fino a quel momento indegni di raffigurazione come la povertà, la precarietà della vita e particolari soggetti. Ma proprio per questo motivo il pubblico, generò aspre polemiche. E l’oggetto della discussione non solo faceva capo all’inserimento di documenti etnografici nel campo dell’arte, o della natura spiccatamente polemica dello stile di Courbet, bensì anche ai canoni estetici dell’opera. La marcata aderenza al vero infatti tralasciava le esigenze del decoro. Manca tra le due figure la giusta simmetria, come pure mancante è la linea dell’orizzonte, ombrata dalle montagne. L’asse verticale, poi, si presenta troppo decentrato a destra.

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