Quarant’anni di Bianco, rosso e Verdone, il film che Carlo non voleva girare
Last Updated on 01/02/2021
Dalla genesi dei personaggi al tricolore delle auto, dagli “scontri” con il produttore Sergio Leone ai premi mai vinti: tante curiosità sul road movie cult di Carlo Verdone, a quarant’anni dall’uscita nelle sale italiane…

Era il 20 febbraio 1981 quando, nelle sale italiane, esce Bianco, rosso e Verdone, diretto e interpretato da Carlo Verdone. Si tratta di un comico road movie ambientato in Italia durante un weekend elettorale. I protagonisti, le cui storie si alternano durante tutta la durata del film, sono tre uomini in viaggio per raggiungere i rispettivi seggi elettorali. Tre i personaggi principali: Furio, un funzionario statale estremamente logorroico e pignolo, Mimmo, giovane ingenuo e premuroso con sua nonna, e Pasquale, emigrato del sud Italia residente a Monaco di Baviera. Tutti e tre interpretati da Carlo Verdone. Sergio Leone ne fu produttore. E a firmare le musiche fu Ennio Morricone.
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Carlo Verdone non voleva realizzare questo film
Carlo Verdone si dimostrò molto scettico sulla realizzazione di questo film, perché temeva un flop. Fu dopo una lunga riflessione nella sua residenza di campagna che si convinse. Il film ottenne quattro nomination ai David di Donatello, senza però vincerne neanche uno. E’ stato assegnato però a Elena Fabrizi il Nastro d’argento come migliore attrice esordiente. Il “tricolore” cui fa riferimento il titolo si trova anche con le auto: quella di Mimmo è una Fiat 1100 D verde, quella di Furio una Fiat 131 Panorama bianca, infine quella di Pasquale è una Alfa Romeo Alfasud 1.2 rossa.
La genesi dei personaggi di Bianco rosso e verdone
Se il personaggio di Furio Zoccano era già noto al pubblico sin dai tempi degli sketch cabarettistici di Non stop, quello di Pasquale fu un’invenzione del regista che volle compensare la logorrea dell’altro. E, per la sua genesi, si ispirò ai personaggi dei film di Jacques Tati. Mentre Mimmo è considerata la continuazione di Leo in Un sacco bello. Per questo si ispirò a Stefano Natale, coinquilino dello stabile dove viveva il regista da giovane, che compare anche nella pellicola nel ruolo del soldato di guardia al seggio elettorale. Infine per il personaggio di Magda si cercava un volto tipicamente torinese, ma fu scelta invece l’attrice russa Irina Sanpiter. Fu però doppiata dall’attrice italiana Solvejg D’Assunta.
Gli incontri e gli scontri con il produttore Sergio Leone
Il produttore Sergio Leone, invece, inizialmente non voleva scritturare Elena Fabrizi per il ruolo della nonna di Mimmo, temendo problemi di salute durante le riprese, in quanto diabetica. E dimostrò riserve anche sul personaggio di Furio, considerato particolarmente odioso. Fu durante una proiezione privata in casa sua, cui parteciparono anche Alberto Sordi, che si congratulò, e Monica Vitti, che si convinse della sua efficacia. Leone era scettico anche sul titolo, in quanto nel 1972 era uscito un film con Sophia Loren intitolato Bianco, rosso e…, che non ebbe successo.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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