Il dipinto del 1873: I papaveri di Claude Monet e quelle due “misteriose” figure
Last Updated on 05/03/2021
I papaveri, o Les Coquelicots, è un dipinto che il pittore francese Claude Monet produsse nel 1873. Attualmente a custodirlo è il Musée d’Orsay di Parigi. In questo quadro due figure si ergono sulla sommità della collina, immerse in una costellazione di rossi papaveri…

I papaveri, o alla francese Les Coquelicots, è un dipinto che il pittore francese Claude Monet produsse nel 1873. Attualmente a custodirlo è il Musée d’Orsay di Parigi.
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Una delle opere più celebri dell’Impressionismo
L’opera, quindi è ascrivibile al 1873, proprio nell’anno in cui Monet si trasferì ad Argenteuil sulle rive della Senna. Argenteuil è un borgo che, per una marcata ricchezza di paesaggi luminosi, è destinato per gli impressionisti a diventare il laboratorio all’aperto preferito. La prima esposizione del dipinto risale al 1874, in occasione della prima mostra impressionista che ebbe luogo nei locali del fotografo Nadar. Attualmente la tela risulta non solo una delle più celebri di Monet, ma, addirittura, dell’Impressionismo in generale.
Anaisi dell’opera
Quest’opera rammenta la grazia che una passeggiata campestre sotto il sole sudato di un pomeriggio estivo, tra i campi dell’Île-de-France, può suscitare. Grazie al rosso intenso e sfavillante dei papaveri, Monet punteggia a tratti il prato e riesce complessivamente a rafforzare la brillantezza della gamma del colore. Il verde azzurrato, in sovrappiù, tingendo i ciuffi d’erba dolcemente accarezzati dal vento, ravviva il tutto.
A chi appartengono quelle figure che si scorgono
Due figure si ergono sulla sommità della collina, immerse in una costellazione di rossi papaveri; in basso si trovano Camille, la moglie dell’artista e Jean il suo figliolo. Essi avvicinandosi verso lo spettatore, creano un certo movimento lungo il sentiero in discesa. Nel complesso l’effetto che il dipinto produce, si avvale innanzitutto della spaziosa distesa del campo, benché solo apparente, dato che sono zone tonali piatte a comporlo, ma utilizza anche l’assoluta inconsistenza delle pennellate, che si propongono di restituire l’impressione pura dei papaveri volutamente raffigurati con picchettature di enorme formato. Si rammentano in tal modo gli effetti vibranti per la luminosità cromatica.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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