Paolo VI. Il Papa degli artisti al Museo di Roma
Last Updated on 09/05/2019
Sarà visitabile fino al 17 febbraio la mostra “Paolo VI. Il Papa degli artisti” al Museo di Roma
Sarà visitabile fino al 17 febbraio la mostra “Paolo VI. Il Papa degli artisti” al Museo di Roma. Un’occasione unica per ripercorrere la storia degli ultimi tre Concili dell’età moderna che hanno determinato una rivoluzione nella storia della Chiesa. Sia sul fronte teologico-dottrinale, sia sul versante artistico.

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Paolo VI e il Concilio, una mostra per scoprire il legame tra Chiesa e Arte
La storia del Concilio di Trento, del Concilio Vaticano I e del Vaticano II è ripercorsa attraverso la figura dei Pontefici che li hanno indetti, ripercorrendone i ritratti e gli oggetti di loro proprietà. E sottolineando il legame tra la Chiesa e l’arte, fortemente voluti da Papa Montini nella Lettera agli Artisti, pronunciata a conclusione del Concilio Vaticano II.
Tutto il percorso espositivo punta a evidenziare il legame tra Pontefice e arte contemporanea. Indagando quelle forme espressive che rendono il messaggio evangelico esplicitamente più vicino agli uomini e più comprensibile. Mostrando non solo il linguaggio iperrealista, ma anche il concettuale, l’astrattismo e altre forme d’arte proprie dell’artista e del suo sentire.
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Aldo Carpi PREGHIERA NEL CENACOLO 1934 olio su tela Associazione Paolo VI, Arte Contemporanea Concesio Emilio Greco, TESTA DI CRISTO 1968 bronzo, Arte Contemporanea Concesio Fausto Conti, Ritratto di Papa Paolo VI, 1963 olio su tela Città del Vaticano, Fabbrica di San Pietro in Vaticano Giacomo Manzù, CARDINALE 1945 ca. bronzo patinato Roma, Cesare Lampronti Commissionaria d’arte srl Jean Guitton LES APOTRES AU CONCILE (Gli apostoli al Concilio) 1964 olio spatolato e pena su carta, Arte Contemporanea Concesio Hansing Ernst Gunter, PAOLO VI RACCOLTO IN PREGHIERA, 1969 Tempera su carta Associazione Paolo VI, Arte Contemporanea Concesio
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.