Il dipinto del 1960: il Cestino con frutta e fruttiera bianca di Giovanni Brancaccio
Cestino con frutta e fruttiera bianca è un dipinto di Giovanni Brancaccio. Eseguito nel 1960, appartenente alle collezioni della Fondazione Cariplo, rientra nella produzione postbellica dell’artista…

Cestino con frutta e fruttiera bianca è un dipinto di Giovanni Brancaccio. Eseguito nel 1960, appartiene alle collezioni d’arte della Fondazione Cariplo.
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Analisi dell’opera
Questa natura morta si colloca nel solco della produzione postbellica di Brancaccio. Si tratta di una pittura prevalentemente aniconica per soggetto ed essenziale quanto a forma e composizione. Così il pittore risponde sia al formalismo e al monumentalismo novecentista, sia alle tendenze astratte di quegli anni.
Realizzato nel 1960, il dipinto concorse al Premio Michetti del 1961, aggiudicandosi il premio acquisto da parte della Fondazione Cariplo. Venne quindi esposto a una mostra antologica sull’autore tenuta a Roma nel 1972, e all’esposizione Tesori d’arte delle banche lombarde, allestita a Milano nel 1995.
Chi è Giovanni Brancaccio
Giovanni Brancaccio (Pozzuoli, 1903 – Napoli, 12 febbraio 1975) è stato un pittore, incisore, docente, scultore e scenografo italiano. Insegna incisione dal 1925 al 1935. In giovane età realizza scenografie per gli spettacoli teatrali della compagnia De Filippo. Dal 1929 aderisce alla corrente artistica, denominata Novecento e ne diviene un esponente di rilievo, in ambito napoletano. Negli anni Trenta si dedica anche alla scultura. Dal 1930 al 1938 partecipa ad edizioni della Biennale di Venezia e dal 1931 al 1959 è presente alla Quadriennale di Roma.
Nel 1936 inizia a dedicarsi alla tecnica dell’affresco eseguendo alcune decorazioni alla Triennale di Milano. Nel 1940 diventa anche titolare della cattedra di decorazione dell’Accademia di belle arti di Napoli di cui assume la direzione dal 1951 al 1971. Negli anni cinquanta realizza una serie di affreschi e di mosaici per il Palazzo delle Poste di Milano, nella chiesa della Città universitaria di Roma e nella sede della Banca Nazionale del Lavoro di Milano e di Arcumeggia. Nel 1959 vince il Premio Michetti e nel 1959 il Premio Bagutta per l’arte.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.