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Il dipinto del 1830: La Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix e il suo messaggio troppo “rivoluzionario”

Last Updated on 23/11/2020

La Libertà che guida il popolo, capolavoro del pittore francese Eugène Delacroix, è un dipinto a olio su tela risalente al 1830. Un’opera che vuol rappresentare tutte le classi sociali che, unite, lottano contro l’oppressore. Tuttavia, l’opera apparve troppo pericolosa e «rivoluzionaria» e, per prudenza, finì confinata in un attico...

La Libertà che guida il popolo, o La Liberté guidant le peuple, capolavoro del pittore francese Eugène Delacroix, è un dipinto a olio su tela di 260×350 cm. E risale al 1830. Oggi è conservato nel museo del Louvre di Parigi. Un’opera che vuol rappresentare tutte le classi sociali che, unite, lottano contro l’oppressore. Tuttavia, l’opera apparve troppo pericolosa e «rivoluzionaria» e, per prudenza, finì confinata in un attico e, pertanto, sprofondata nell’oblio.

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Analisi dell’opera

In “La Libertà che guida il popolo” cui primeggia la figura di Marianne, simbolo della Libertà e personificazione della Francia. Marianne è colta nell’attimo in cui incede impavida sulla barricata. E mentre con la mano destra sventola il Tricolore francese, rievocando chiaramente i valori della rivoluzione del 1789, con la sinistra impugna un fucile con baionetta, sottolineando la sua diretta partecipazione alla battaglia. Marianne indossa abiti contemporanei e ha sul capo un berretto frigio, che già nel 1789 i rivoluzionari assunsero come simbolo dell’idea repubblicana. Ha il seno scoperto e i piedi scalzi. E’ un’immagine realistica sino alla peluria sotto le ascelle, particolare che i contemporanei non apprezzarono per niente. La sua posa monumentale e impetuosa incita il popolo a seguirla, ribellandosi alla politica reazionaria di Carlo X.

Il periodo storico

Il successore di Luigi XVIII, il re di Francia Carlo X di Borbone, nel 1829 chiamò al potere il capo della Congregazione, Jules de Polignac e gli affidò la guida di un governo clerical-reazionario. Il nuovo governo usò una politica marcatamente autoritaria. Con una serie di provvedimenti legislativi ristabilì la censura, sciolse la Camera e promulgò una nuova legge elettorale a favore dell’aristocrazia terriera. Per tali disposizioni dittatoriali si scatenò la furia dei Parigini.

Così dal 27 al 29 luglio 1830 accaddero le cosiddette «Tre Gloriose Giornate», allorché i Parigini insorsero contro l’autorità regia ed eressero le barricate nelle strade di Parigi. Carlo X, con il trionfo dell’insurrezione, sentì l’obbligo non solo di congedare i suoi ministri e di abrogare le ordinanze emanate, ma anche di abdicare e di rifugiarsi in Inghilterra. Eugène Delacroix volle immortalare proprio questo episodio storico nella sua opera che, conseguentemente, denominò La Liberté guidant le peuple, cioè La Libertà che guida il popolo. Completò l’opera nell’autunno del 1830.

Era considerata troppo pericolosa e sprofondò nell’oblio

«Ho cominciato un tema moderno, una barricata… e, se non ho combattuto per la patria, almeno dipingerò per essa…». Così Eugène Delacroix si espresse in una lettera al fratello riferendosi a La Libertà che guida il popolo.
Per la bella cifra di 3.000 franchi il governo francese acquistò la tela, esposta al Salon del 1831, con l’intento di esporla nella sala del Trono del palazzo del Lussemburgo. Voleva presentarla come avvertimento a Luigi Filippo, il «Re Borghese», subentrato al trono francese, in seguito alla fuga di Carlo X.

Tuttavia, l’opera apparve troppo pericolosa e «rivoluzionaria» e, per prudenza, finì confinata in un attico e, pertanto, sprofondata nell’oblio. Le esposizioni successive, da quell’anno in poi, furono veramente poche. Una avvenne nel 1848 e solo per alcune settimane, in occasione della Rivoluzione e un’altra nel 1855 all’Esposizione Universale di Parigi, con l’autorizzazione del nuovo imperatore Napoleone III. Dal 1874 fino ad oggi, l’opera fa parte delle collezioni del museo del Louvre, dove è esposta.

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