Il dipinto del 1898 – Le “ninfee rosa” spiegate dallo stesso Claude Monet
Ninfee rosa è il dipinto a olio su tela di Claude Monet conservato oggi nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Il commento del pittore su questo quadro in una lettera: “Immediatamente il dipinto mi viene dato, e io cerco di fissarlo il più svelto possibile, in modo definitivo; ma di solito scompare quasi subito per lasciare il posto a un colore diverso”

Ninfee rosa è il dipinto a olio su tela (81,5×100 cm) che Claude Monet realizzò nel 1898. Oggi è conservato nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.
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“Il dipinto mi viene dato, e io cerco di fissarlo il più svelto possibile, in modo definitivo”
“Nell’aria ritrovo un colore che avevo scoperto ieri e abbozzo su una delle tele: immediatamente il dipinto mi viene dato, e io cerco di fissarlo il più svelto possibile, in modo definitivo; ma di solito scompare quasi subito per lasciare il posto a un colore diverso, già registrato giorni prima in un’altra tela che mi viene messa davanti immediatamente. E si continua così per tutta la giornata”.
Monet racconta il suo modo di dipingere dopo aver abbandonato il contatto con la contemporaneità
Con questa lettera Monet racconta il suo modo di dipingere dopo aver abbandonato il contatto con la contemporaneità. Da giovane aveva felicemente ritratto vedute cittadine, in seguito rifuggendo il chiasso e il brulicare della metropoli, amava rappresentare, nel suo giardino, ciò che è statico. Ma riesce a cogliere lo scorrere del tempo sui fiori inerti e li rappresenta nel loro sfiorire e rifiorire. E’ questo un senso di transitorietà che si evince con chiarezza dal suo pensiero.
Un generale silenzio della critica sulla sua opera fece seguito, a causa della solitudine in cui visse Monet negli anni tardi. Il pittore non demorde nella sua ricerca. Ma sulla scena artistica parigina ormai emergevano nuovi talenti; a questi ultimi i critici riserbavano maggiore attenzione.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.