Il dipinto del 1928: “Gli amanti” di René Magritte e il mistero del lenzuolo bianco
Last Updated on 02/03/2021
René Magritte nel 1928, realizzò con la tecnica dell’olio su tela “Gli amanti” o “Les Amants”. 54cm x 73cm sono le dimensioni del dipinto. Ne esistono due versioni. Ma il lenzuolo bianco tornerà anche in un’altra opera…

René Magritte nel 1928, realizzò con la tecnica dell’olio su tela “Gli amanti” o “Les Amants”. 54cm x 73cm sono le dimensioni del dipinto. Esistono però due versioni dello stesso dipinto. Ed entrambe riportano l’anno 1928. La National Gallery of Australia, custodisce attualmente la prima versione. La seconda, invece, in seguito alla donazione del collezionista privato Richard S. Zeisler, si trova al MoMA di New York.
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Il tema, quello degli amanti, ricorre spesso nella pittura di Magritte di quegli anni
La versione più famosa risulta la seconda, quella del MoMA di New York. Il tema, quello degli amanti, ricorre spesso nella pittura di Magritte di quegli anni. Infatti molte sono le rappresentazioni che il pittore belga realizzò aventi come soggetto o un uomo e una donna affiancati, con il volto scoperto, oppure, in numero maggiore, con il volto coperto da lenzuoli bianchi. Il pittore ripropone il lenzuolo bianco in un’altra sua opera del 1928, intitolata “Storia centrale”. Su quest’ultimo, infine, c’è solo una figura femminile ad avere il volto coperto, non due amanti.
Molte interpretazioni rintracciano il filo conduttore di queste opere nel suicidio della madre del pittore
Molte interpretazioni rintracciano il filo conduttore di queste opere nel suicidio della madre del pittore, che si gettò nel fiume Sambre nel 1912, con una camicia da notte avvolta sulla testa. L’artista contava allora solo 14 anni. Altre interpretazioni collegano, invece, il volto coperto all’ossessione del pittore nel voler coprire i volti anche nella vita reale.
Desconocido Quadro su tela con gli amanti di Rene Magritte – varie misure
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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